Comunicati - Cittadini Attivi Bernalda

Cittadini Attivi Bernalda
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Capodanno 2024, rischi “trascurabili” per la pubblica incolumità?
 
 
al Signor Sindaco di Bernalda
 Dr. Domenico Tataranno      
 
Lo scrivente Comitato Cittadini Attivi di Bernalda-Metaponto,
  
SEGNALA
  
alla S.V. ill.ma la situazione di grave rischio e degrado registrata a Bernalda per tutta la giornata di Capodanno 2024.
 
Per tutti i quasi due chilometri di Corso Umberto, e non solo, cataste impressionanti di scarti di petardi e fuochi d’artificio, vetri di bottiglie, piatti rotti, spezzoni di filo di ferro e quant’altro derivante dalla lunga battaglia della notte di San Silvestro.
 
Al di là dell’inciviltà di chi si è reso responsabile di un simile scempio, come mai non è stato previsto nessun servizio di pulizia e raccolta rifiuti per la giornata del 1° gennaio 2024?
 
Forse perché sono stati ritenuti “trascurabili” i rischi per l’incolumità di quei cittadini che sono stati costretti a camminare tra cocci e petardi?
 
O ancora più trascurabili i rischi per i bambini più giovani che possono aver raccolto incautamente qualche ordigno rimasto inesploso?
 
E’ da segnalare, in aggiunta, oltre alla totale assenza di vigili urbani registrata dallo scrivente comitato, la laconica risposta ricevuta dai Vigili del Fuoco contttati da alcuni cittadini sempre nella giornata di capodanno, secondo i quali sarebbe stato più opportuno non rivolgersi a loro ma richiedere l’intervento degli artificieri…
 
Bernalda, 3 gennaio 2024
 per il Comitato Cittadini Attivi
 di Bernalda e Metaponto,
 il Presidente Donato Fuina

la segnalazione protocollata:

Alcune alcune foto dell'1 gennaio 2024 (corso Umberto I angolo via Maffei):

  

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Matera 12 - 08 – 2023
  
Lettera aperta di Olimpia mamma di Luca Orioli a Filomena Lemma, mamma di Elisa Claps.

 
    Cara Filomena, ho letto il comunicato stampa pubblicato in ricorrenza dell’imminente riapertura della Chiesa della Trinità comunicatavi dal Santo Padre e mi sono profondamente compiaciuta e commossa dinanzi alla dignità, equilibrata compostezza esplicativa dei vostri punti di vista, pienamente condivisibili. Solenne l’abbraccio benedicente del Papa nel proporre che quella Chiesa diventi “un luogo per la preghiera silenziosa, l’Adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita.” Un gesto coraggioso ed encomiabile il vostro che mi ha fatto sentire il dovere di essere pienamente solidale con te e con la tua famiglia. Spero tanto che il Papa accolga appieno la vostra giusta richiesta. Esigere un’assunzione di responsabilità e di scuse da parte del clero implicato credo che sia per la Chiesa un atto dovuto per essere in linea con la dottrina proclamata. Concordo con voi che non ci può essere riconciliazione senza una piena confessione pubblica di quanto avvenuto e dovuto a Elisa, alla famiglia e al popolo che ha bisogno di un segnale sostanziale della lealtà della Chiesa a tutela e sostegno del Credo, ora un po’ barcollante.
 
    Una tale scelta sarebbe un modo stupendo per dare ad Elisa un’immortalità altamente e profondamente educante, capace di redimere le numerose immoralità subìte, per decenni, da certi poteri forti, troppo sordi al dolore e indifferenti persino al Credo professato. Avevamo creduto ingenuamente ai tanti ampollosi discorsi di grandi Valori che pensavamo incarnati. Deluse da ogni dovere istituzionale mancato e dall’assenza di esempi luminosi e illuminanti, abbiamo cercato in noi stesse la forza del Bene e del Vero che vince, nel tempo, sul male. Il fatto che tu sia riuscita ad ottenere, sia pure parzialmente, una sola verità, è anche per me una grande vittoria che mi fa sperare per il mio caso, che ancora sembra essere in alto mare.
 
    Mia cara, quanti oceani di lacrime ognuna di noi ha attraversato e attraversa! Quanti deserti roventi abbiamo dovuto e dobbiamo ancora guadare, a piedi nudi, alla nostra pur veneranda età! Quante impervie ed astiose montagne abbiamo dovuto e dobbiamo ancora scalare soffrendo indicibili e insopportabili dolori! E non è bastato né il pianto, né il grido, né la preghiera, né il silenzio a sopire l’ingorda ferocia di chi ha tenuto crocifisse alla sbarra le nostre vite senza neppure un minimo di umana e cristiana pietas. - Cuori incalliti, menti assopite, anime spente - questo il mondo che ci è stato generosamente offerto. Tu da madre amorevole e responsabile hai saputo in questo difficile momento, dirimere al meglio la situazione che stava diventando incandescente. Non posso non soffrire con te. Mi si rivoltano cuore, mente e spirito al pensiero di queste nostre storie ancora così incredibilmente crocifisse, e dalle insospettabili caste implicate.
 
    Siamo state straziate entrambe nel cuore, private dell’Amore dei nostri figli e dei loro sogni, offese
 
nella dignità, ferite nell’anima e segnate per sempre da un dolore senza fine e da un sistema balordo avvilente.  È invecchiata la nostra pelle, ma non è invecchiato il nostro cuore che continua ad Amare l’Amore per gli altri, per Dio e per quei Valori comuni a tutti gli esseri umani a cui ci ha affacciate l’AMORE materno strappato, divenuto universale. Non è invecchiata la nostra volontà di indomite guerriere a perseguire fedelmente la verità e la giustizia per non andare dai nostri figli a mani vuote. La nostra lotta è ormai volta a stanare il sistema clientelare che ha cambiato la morale, l’etica e la religione.
 
    Perdonami se ripercorrendo le tue lotte e il tuo dolore ripenso con altrettanta amarezza alle mie. Anch’io come te ho avanzato tante interpellanze parlamentari finite nel nulla. Anch’io ho scritto a tutti i ministri di Grazia e Giustizia, a tutti i Presidenti della Repubblica che si sono succeduti da 35 anni finora. Mai nessun segnale di collaborazione a difesa della Costituzione, pur sapendola offesa, ignorata, raggirata, elusa da illustri Azzeccagarbugli ammanicati al sistema, ormai notoriamente corrotto alle radici. Entrambi i casi sono stati determinati dalle stesse perverse dinamiche procedurali.
 
    Credo, infatti, che il tuo caso, paradossalmente, sia stato favorito dalla recidività dell’assassino e non dalla solerzia degli inquirenti. Le inadempienze più gravi, infatti, sono rimaste impunite. Ed è ciò che accomuna i nostri casi ed inasprisce il nostro comune dolore. D’altronde dai frutti possiamo risalire all’albero. E tutto è sotto gli occhi di tutti.
 
    Ciò che mi preme sottolineare è che non sia tanto importante la riapertura di uno spazio sacro profanato, quanto il non voler individuare e perseguire legalmente chi ha reso infrequentabili questi luoghi, ormai pregni di sacrileghi orrori e dolore. Eppure lo Stato e la Chiesa continuano ad ignorare la gravità delle nostre situazioni, non intervenendo come sarebbe giusto fare. La realtà è che per non ripulire la Chiesa delle mele marce si preferisce far marcire l’Istituzione santa della Chiesa. La gente che sa, si allontana. E non si può più sperare senza un intervento drastico a favore di Cristo e della Fede, oggi follemente minata da individui indegni di un tale elevato servizio.  
 
    Comprendo tutto il tuo dolore. È lo stesso del mio. Spero che il gesto del Papa sia il primo segnale di cambiamento capace di restituire alla Chiesa il suo nobile ruolo elevante di fedeltà ai Valori portanti.
 
    Ti confesso inoltre la grande mia delusione dopo essere stata ricevuta dal Presidente Mattarella, grazie a Suor Adalberta, Superiora dell’Istituto del Sacro Cuore di Matera, a cui sarò immensamente grata per sempre. Dinanzi a me si era aperto un grande spiraglio. Subito dopo sono ripiombata nel solito buio e nel nulla di fatto. Eppure avevo visto nei Suoi occhi, mentre gli raccontavo per sommi capi le gravi anomalie procedurali subìte, la commozione di un padre amorevole e mi ero illusa che
 
si sarebbe adoperato doverosamente per una seria revisione del caso. A quell’evento, per me straordi-
 
nario, non è seguita nessuna evoluzione e né tantomeno alcuna comunicazione a riguardo.
 
     Scusami se sento il bisogno di condividere con te l’ultima, per ora, mia amara esperienza. Abbiamo ascoltato, a Pomeriggio Norba, tre mesi fa, una sconcertante dichiarazione del medico legale che ha effettuato la seconda autopsia sui corpi dei due ragazzi: “Quel quantitativo di monossido riscontrato non poteva far morire due persone”, smentendo, così, quanto affermato nel verbale che ha fatto invece chiudere il caso per monossido, a suo tempo. Soltanto tu puoi comprendere appieno il dolore che si prova dinanzi a simili e così inverosimili arbitrarietà illegali improponibili. Fa molto riflettere il fatto che non vi sia nessun ripensamento da parte di alcuna Procura che voglia far luce sui nostri casi così scandalosi, inaccettabili e inassolvibili.
 
    Io purtroppo non ho nessuno. Io non sono nessuno. Sono solo autenticamente me stessa, pacificamente lottatrice. Forse avrei dovuto essere violenta per meritare l’attenzione dello Stato e della Chiesa? È l’unico deterrente oggi vincente. So che solo tu, che hai lottato col sostegno dei tuoi familiari, puoi capire quanto sia terribile combattere, e da sola, contro uno Stato assente e una Chiesa indifferente, incapaci di garantire i dovuti diritti agli offesi e di imporre la giusta osservanza dei doveri istituzionali ai difensori del sacro e della Legge. Sono e sarò con te sempre. Troppe le vicende che ci accomunano e che non ci permetteranno di abituarci mai ai silenzi e alle menzogne senza vergogna di certe caste di intoccabili, nonostante le enormi brutture commesse, legalmente e cristianamente. Né ci rassegneremo dinanzi alle verità negate. Cristo non può sopportare che i suoi inviati si facciano scudo di Lui per affermare il proprio potere a proprio piacere, giocando con le nostre vite.         
 
     Decisamente noi non eravamo nessuno agli occhi di certe caste di privilegiati affetti dal delirio di onnipotenza. Un’onnipotenza loro concessa indiscriminatamente dagli organi superiori. Sconcerta, disarma, scoraggia il fatto che nessuna lacrima, sia pure gigante e cocente, sia riuscita a lambire cuori, menti e coscienze rimaste mute, sorde e cieche da sempre. Le nostre storie hanno commosso l’Italia intera, ma non hanno sfiorato neppure le vesti di certi ruoli potenti, forse perché troppo ben accomodati per rischiare di perdere la propria posizione privilegiata. Decisamente squallida la storia del nostro tempo e del nostro Paese. Probabilmente gli implicati in questa vicenda non sanno il male che hanno fatto e che fanno. Ma credo che ci siano ancora menti eccellenti ed anime pure in grado, volendolo, di fermare un tale degrado.
 
    Terribile per me combattere anche contro il silenzio stampa di quelle trasmissioni televisive a tema, forse bloccate da denunce e intimidazioni. Sicché muto sembra essere anche Dio giacché non ha trovato finora mani capaci di sporcarsi a difesa del giusto diritto di vedove e orfani, come si apprende dai Suoi insegnamenti.  
 
    Ho scritto al Papa Bergoglio per avere un’udienza, giacché il mio caso è rimasto irrisolto grazie ai silenzi complici di preti, intervenuti sul posto quella notte, che non dicono quello che hanno visto o fatto durante o dopo “l’accertata manipolazione dei corpi e la modifica dello stato dei luoghi”. Dalla santa sede mi è stato inviato un rosario e assicurato che avrebbero pregato per me. Una preghiera che non mi ha mai raggiunta, visto l’esito. Dio, per agire, si serve delle mani di chi può intervenire al Suo posto ed io finora non ne ho incontrato neppure uno. Mi è parso qualche volta di sentirmi ascoltata da qualcuno. Le sue, erano, solo parole. In certi casi come il mio, sono i fatti a definire le situazioni. Conoscendo la bellezza e profonda ricchezza interiore di Papa Bergoglio, sono convinta che la mia missiva non sia stata mai fatta recapitare nelle Sue Mani.
 
 
   Non è pensabile che certe Istituzioni stiano solo a guardare aspettando semmai la fine delle vite di due mamme avanzate negli anni, ora di certo più fragili e stanche, per far calare l’oblio su certe vicende che comunque continueranno a tempestare di notte le mute coscienze. È vergognoso affidare unicamente a noi la custodia della memoria di figli che invece appartengono alla nostra terra e vanno difesi dalla gente di questa terra, ancora alla ricerca e riconquista delle sue nobili arcane radici.
 
 
     I nostri morti gridano ancora il loro mancato diritto alla vita e alla verità. Le nostre vite, le nostre voci non sono che l’eco di quel loro grido, il ricordo perenne dei loro sogni spezzati e dei loro spenti sorrisi. Sono l’espressione autentica del vuoto incolmabile dei loro insostituibili abbracci materni mancati che come macigno peseranno sulle morte coscienze dei carnefici. Le nostre storie ricordano a tutti gli esseri umani la preziosità della vita da Amare e da vivere intensamente nel Bene per renderla stupendamente immortale.  
 
 
    Unite per sempre da tanta comune impari lotta e da tanto sempre acerbo dolore, continueremo a lottare, a pregare, a sperare e ad aspettare che arrivi il giorno della resurrezione per tutti. L’Amore è più forte dell’odio e della paura, del male e dell’ingiustizia. Ci ha permesso di sconfiggere la morte e il dolore. Portiamo il loro cielo nel cuore, il respiro di Dio nell’anima e la Luce dei loro volti nei nostri occhi. Non ci siamo fatte fermare dalla sofferenza più atroce, ci siamo invece lasciate formare dal fuoco divino della Croce, nel silenzio bruciante di notti insonni in cui ogni lacrima silenziosa stellava l’abisso sterrato. Sono questi i nostri ben radicati punti di forza e di certa immortale speranza per tutti. Il nostro Dolore redento è Luce Divina che adombra le ombre.
 
    Non vorremmo, però, che il nostro sacrificio non fosse servito a nulla se dovessimo riscontrare il permanere del male nelle coscienze assassine.
 
                                                                                                     Un abbraccio forte e caro           
 
                                                                                                                           Olimpia Fuina, madre di Luca Orioli                                                                                




Caso Fidanzatini di Policoro,
finalmente un raggio di luce sulle tenebre della malagiustizia lucana.

A seguito di due servizi prodotti dalla Rai nel 2007, specificatamente realizzati dalla trasmissione televisiva benemerita “Chi l’ha Visto” per cercare di far luce sulle vicende che precedettero la morte di Luca e Marirosa avvenuta il 23 marzo 1988, e sui tantissimi misteri, depistaggi e insabbiamenti che ne caratterizzarono le indagini successive, la Rai fu condannata in primo grado per diffamazione alla famiglia della fidanzatina deceduta Marirosa Andreotta.
 
Ma qualche giorno fa, finalmente, la sezione civile della Corte d’Appello di Potenza ha riformato totalmente la sentenza di primo grado.
 
Per la Corte d'Appello i due contributi non configurarono diffamazione, ma furono “giornalismo d'inchiesta”.
 
Pertanto al giornalista d'inchiesta - spiega la Corte presieduta da Alberto Iannuzzi  - “deve ritenersi concesso aprire nuove piste d'indagine a prescindere dalle verità ufficiali disponibili al momento”.
 
Questa encomiabile sentenza farà sicuramente scuola giuridica, oltre ad iniziare ad illuminare i tantissimi lati oscuri che ancora permangono nel sistema giudiziario lucano.
 
Ed è per questo fervido anelito di speranza che il Comitato Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto del quale Olimpia Fuina Orioli, mamma di Luca, è Presidente Onoraria, esprime tutta la propria soddisfazione e gratitudine alla Corte d’Appello di Potenza presieduta da Alberto Iannuzzi.
 
Bernalda-Metaponto, 26 giugno 2023
 
Il Comitato Cittadini Attivi di Bernalda-Metaponto (MT)

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Caso Fidanzatini di Policoro, una Commissione Parlamentare di Inchiesta
 
 
A 35 anni dalla tragica scomparsa di Luca Orioli e Marirosa Andreotta (Fidanzatini di Policoro) sono ancora una volte numerosissime le iniziative di Associazioni (una fra tutte “Libera”) e di uomini e donne di cultura dell’intero territorio nazionale che chiedono a gran voce la riapertura di questo caso più volte depistato e archiviato dalla Procura della Repubblica.
 
Il Comitato Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto, del quale la mamma coraggio Olimpia Fuina Orioli è Presidente Onoraria, eleva a questo punto il proprio appello a tutte le forze politiche del Parlamento italiano affinchè venga istituita una Commissione Parlamentare di Inchiesta con poteri inquirenti, che possa finalmente fare piena luce sui tanti misteri che hanno avvolto nelle proprie tenebre quella verità e quella giustizia che con ancor più determinazione viene reclamata ed elevata dall’intera società civile italiana.
 
 
Bernalda-Metaponto (MT), 23 marzo 2023
 
 


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Dopo la richiesta di conferimento della Cittadinanza Onoraria a Olimpia Fuina Orioli inoltrata nei giorni scorsi al Sindaco di Matera Bennardi, continuano incessantemente ulteriori richieste in tal senso da parte di semplici cittadini e non solo.
 
A dimostrazione di ciò quì appresso riportiamo la richiesta inoltrata dall'Associazione "Circolo Radici APS" in data 13/02/2023.



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Il Comitato Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto ha formalizzato al Sindaco di Matera una richiesta per conferire a Olimpia Fuina Orioli la Cittadinanza Onoraria.
 
Dopo i numerosi riconoscimenti, ottenuti non soltanto in Italia, il Comitato ritiene non più derogabile che la città di  Matera, dove Olimpia vive e risiede impegnandosi quotidianamente in difesa della legalità e della giustizia, possa non indirizzarle il prestigioso riconoscimento che la nostra Presidente Onoraria merita.
 
Giusto per citarne alcune, Olimpia già detiene nel suo ricco bagaglio di riconoscimenti le seguenti attestazioni:
 
1) La Cittadinanza Onoraria di Alpignano (TO)
 
2) La Cittadinanza Onoraria di Caselette (TO)
 
3) Il Premio internazionale per la Legalità dell'Università di Varsavia (Polonia)  - Facoltà di Giurisprudenza
 
4) Il Premio internazionale per la Legalità dei Giornalisti di Praga (Repubblica Ceca)
 
5) La Benedizione Apostolica su pergamena del Santo Padre Papa Francesco
 
6) Numerose targhe e attestazioni istituzioniali, come quella del Comune di Rivoli e di tantissime altre realtà associative sparse in tutto il territorio nazionale
 
7) Non ultimo il recentissimo Premio per la Legalità che le sarà consegnato Domenica 12 febbraio a Casale Monferrato dalla Fondazione Antonino Caponnetto, in occasione del 32° Vertice Nazionale Antimafia 2023.
 
 
Bernalda-Metaponto (MT), 9 febbraio 2023
 
Cordialmente, Antonio Forcillo, addetto alla comunicazione 338-5867165

Lettera di richiesta al Sindaco di Matera

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Solidarietà e vicinanza al glorioso Popolo ucraino

Il Movimento Astensionista Politico Italiano esprime la più ferma condanna per la vile aggressione di Putin ai danni dell’Ucraina e del suo popolo.
 
Non è concepibile, agli esordi del terzo millennio, il dover assistere alla riproposizione di un nuovo olocausto, che si sta consumando nel cuore dell’Europa per le ambizioni e i calcoli criminali di un nuovo Hitler e dei suoi fedeli seguaci, ai quali probabilmente la storia non ha insegnato nulla.
 
Bene farebbero tutti coloro che hanno finora “goduto” delle elargizioni e delle grazie del dittatore, ostacolando ed impedendo volutamente la costituzione di quell’Unione Europea “politica” che avrebbe sicuramente prevenuto ed evitato questa immane tragedia, ad andare ad incatenarsi davanti alla sede del Parlamento di Kiev, per redimere se stessi e forse per indurre il loro “amico” a fermare il bagno di sangue patito dal glorioso Popolo ucraino.
 
Roma 26 febbraio 2022
 
Il Movimento Astensionista Politico Italiano
 
 
Solidarité et proximité avec le glorieux peuple ukrainien

 
Le Mouvement politique abstentionniste italien exprime la plus ferme condamnations de la lâche agression de Poutine sur l'Ukraine et son peuple.
 
Il est inconcevable, dans le 21 siècle, d'assister à un nouvel holocauste au cœur de l'Europe, pour des ambitions, des intentions criminels d'un nouvel Hitler et de ses fidèles, qui n’ont rien appris de l'histoire.
 
Tous ceux qui ont jusqu'ici « joui » des dons et des grâces du dictateur, entravant et empêchant délibérément la mise en place d’une Union européenne « politique », qui aurait certainement prévenu et évité cette terrible tragédie, feraient bien de s'enchaîner devant le siège du Parlement de Kiev, pour se racheter et peut-être inciter leur "ami" à arrêter le bain de sang dont souffre le glorieux peuple ukrainien.
 
Rome le 26 février 2022
 
Le mouvement politique abstentionniste italien


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